Nel primo trimestre del 2025, 2.341 imprese italiane sono state interessate da procedure di liquidazione giudiziale, segnando un aumento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rivela l’ultima indagine condotta da Cribis, società del Gruppo Crif specializzata nell’analisi dei dati commerciali, con aggiornamento al 30 marzo 2025.
Il trend in rialzo conferma una progressiva inversione di rotta rispetto al triennio 2020-2022, durante il quale le liquidazioni erano diminuite grazie agli interventi straordinari di sostegno economico introdotti per contrastare la crisi pandemica. Rispetto al primo trimestre del 2022, infatti, si osserva un balzo del 22,4% (da 1.912 a 2.341 casi), un dato che segna il ritorno a volumi più vicini alla media storica.
La classifica delle regioni
A livello territoriale, la Lombardia risulta essere la regione con il maggior numero di casi, con 480 liquidazioni, pari al 20,5% del totale nazionale. La seguono Lazio (337), Emilia-Romagna (208), Veneto (192) e Campania (183). In coda alla classifica, invece, si trovano le realtà regionali più piccole come la Valle d’Aosta (2 casi), il Molise (4) e sia il Trentino-Alto Adige che la Basilicata, con 10 liquidazioni ciascuna.
Per quanto riguarda i settori economici, il Commercio continua a mostrarsi particolarmente fragile: 713 aziende attive nel comparto sono finite in liquidazione, rappresentando da sole oltre un terzo del totale nazionale. Le difficoltà del settore, legate a dinamiche strutturali e all’impatto del caro prezzi, sembrano lontane dall’essere superate. Seguono i Servizi con 555 casi, l’Edilizia con 493 e l’Industria con 373.
Il quadro delineato dall’analisi di Cribis sottolinea come, nonostante segnali di ripresa in alcune aree, molte imprese restino esposte a vulnerabilità sistemiche, confermando la necessità di interventi mirati per rafforzare la tenuta del sistema produttivo nazionale.
Il ruolo del Codice della crisi d’impresa
In questo contesto, assume un ruolo cruciale il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, pensato per promuovere una diagnosi precoce delle difficoltà aziendali e favorire soluzioni tempestive. L’introduzione di obblighi di monitoraggio per gli organi di controllo e strumenti di allerta può contribuire significativamente a prevenire l’aggravarsi delle situazioni critiche, riducendo il ricorso alle liquidazioni giudiziali.
Un’attuazione efficace del Codice – come più volte sottolineato da FederTerziario – rappresenta quindi una leva strategica per rafforzare la resilienza del tessuto imprenditoriale italiano e sostenere una cultura della prevenzione, piuttosto che della gestione dell’insolvenza. Proprio alla luce degli ultimi interventi normativi, FederTerziario ha organizzato, a supporto delle imprese associate, un percorso formativo sul Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, al fine di illustrare tutti gli strumenti previsti dalla normativa.